19th Asian Chmps, obbiettivi raggiunti

17 Novembre 2009 da Ping Pong Italia · 3 Commenti 

Qui a Lucknow è stata una giornata speciale.
Le due squadre, dopo aver battuto Pakistan (maschi) e Macao (femmine) hanno giocato l’ingresso in Champion Division contro Iran e Tailandia, gli uomini hanno superato la Repubblica Islamica per 3 a 2, le donne hanno dovuto cedere alle forti tailandesi 3 a 0.
Ecco come sono andate le cose.
L’India maschile ha dovuto fare a meno del numero 2 Subhajit Saha (237) perché infortunato, il terzetto schierato vedeva Sharath Kamal, Soumyadeep Roy e Sourav Chakraborty, dall’altra parte 3 pericolosissimi (pongisticamente parlando) iraniani ci hanno dato del filo da torcere, alla fine riusciamo a vincere 3 a 2 contro una squadra che sulla carta sembrerebbe più debole ma che sul tavolo invece si è rivelata davvero consistente, determinata e tecnicamente molto bene organizzata. Sharath ha fatto la differenza, coadiuvato da Roy che, dopo un anno di assenza (infortunio) è tornato a trascinare l’india alla vittoria quando il punteggio era 2-2.
La finale per il primo posto di I Division l’abbiamo persa 3 a 1 contro una fortissima DPR Korea che peraltro ha giocato con soli 2 giocatori. Da regolamento ciò non è permesso ma, fortunatamente il loro interprete, ex giocatore, si èprestato alla pantomima del terzo atleta che si è subito infortunato, infatti ha giocato il primo incontro, ha perso contro un nepalese (che è tutto dire), e poi si è dato malato. Il comportamento permissivo del giudice arbitro ha fatto il resto, il numero uno e due sono imbattibili almeno per quelli della I Division, domani, nella Champion Division vedremo il loro reale valore.
Il sorteggio è stato apparentemente sfavorevole ma in realtà non lo è e vi spiego il perché: alle 11 giochiamo contro la Cina i quarti di finali, subito dopo ce la dovremo vedere contro il perdente tra Corea e Hong Kong. Come dicevo ieri la Corea ha come numero uno il n.75 del mondo e come n.2 il n. 105, dunque una squadra rimaneggiatissima. Almeno sarà una partita non persa in partenza e questo ci fa ben sperare. Battere la Corea significa giocare la posizione 5-6 e rimanere in Champion Division, sarebbe per l’india il miglior risultato di sempre, perdere significherebbe tornare nuovamente in I Division.

Le donne hanno chiuso la competizione al nono posto, una posizione in sù rispetto alla scorsa stagione, di fatto obbiettivo raggiunto. L’aspetto positivo è stato l’aver battuto la Malesia nell’incontro decisivo per 3 a 2 con i numeri 3, 4 e 5 della squadra. Infatti ho fatto esordire la giovane Pooja di 16 anni che ha vinto la sua partita quando la gara era sull’1-1, il resto lo hanno fatto K. Shamini e D. Divya.
Sono molto soddisfatto della loro prestazione.
Nel settore femminile c’è davvero tanto da migliorare, mi sembra di vivere il pingpong femminile italiano degli anni ‘80, poco considerato, scarsa dimestichezza tecnica, poca partecipazione mentale. In India le donne stanno sempre un passo dietro agli uomini ed, ad esempio, mai mi rivolgerebbero la parola se non quando interrogate. Nel caso avessero una richiesta seguono una procedura rispettosa anteponendo il suffisso Sir ad ogni parola che pronunciano. Quindi la libera iniziativa, il prendere coscienza delle proprie possibilità, il sentirsi autonome, protagoniste, sono questioni ancora tutte da conquistare, ci vorrà tempo e metodo per cambiare la mentalità di queste ragazze.

I media:
i giornali e le tv impazziscono, ogni giorno ci sono almeno 5 interviste da rilasciare, alla fine di ogni gara c’è la conferena stampa, più tutti quei cronisti che ti assaltano per avere una dichiarazione, qualunque dichiarazione e non sto esagerando!! C’è anche la copertura televisiva, la diretta sul canale sportivo che va in onda in tutta l’India.
Insomma finora tutto bene, speriamo di continuare così l’India merita davvero di competere a piùalti livelli.

19th Asian Championships

16 Novembre 2009 da Ping Pong Italia · 1 Commento 

Questi mi mancavano. Naturalmente, dopo i numerosi Campionati Europei, i Mondiali, le Olimpiadi, i Giochi del Mediterraneo, i Campionati Arabi, i Giochi Arabi e i Campionati del Commonwealth, questi Campionati Asiatici, proprio mi mancavano.
Sono infatti iniziati oggi fino al 22 in India a Lucknow (UP) i 19mi campionati asiatici. C’è un’atmosfera particolare, da una parte i super quotati cinesi e Co, poi altri paesi come quelli arabi, poi ancora la presenza del Pakistan che ha messo in modo la macchina della sicurezza per prevenire attentati, insomma un ambiente davvero diverso dal solito, almeno per me.
Il livello potete capire è elevatissimo, a complicare le cose ci si è messa di mezzo anche la Corea del Nord. I cinesi sono senza Wang Hao e Ma Lin ma in compenso il dream team è formato da Ma Long, Wang Liqin, Zhang Jike, Xu Xin e Wu Hao, tra le donne mancano Zhang Yining, Guo Yue e Guo Yan, vincitrice del Pro Tour inglese di 2 settimane fa, diciamo che hanno portato le seconde linee, c’è anche il fenomeno di difesa Wu Yang. Per il Giappone ci sono tutti, Singapore pure, Hong Kong al completo, solo la Corea del Sud ha rinunciato ai migliori uomini, ma le donne ci sono e sono tutte fortissime.

Oggi ci sono stati i primi incontri a squadre; la formula prevede una prima fase dedicata alla I Division, le prime 2 squadre classificate classificate potranno disputare la Champion Division, peccato che la posizione che andranno ad occupare nel girone ad eliminatoria diretta sia contro la Cina ed il Giappone per i maschi e contro la Cina e Hong Kong per le femmine.
L’obiettivo maschile è di entrare nelle prime 8, quello femminile di migliorare la 10m posizione ottenuta nella passata edizione.

Sia i boys sia le girls hanno vinto i primi 3 incontri per 3 a 0, i primi hanno giocato contro il Turkmenistan, Uzbekistan e Giordania, le seconde hanno prevalso  su Laos, Nepal e Kazakistan. Domani c’è l’eliminatoria diretta della I Division, le donne contro Macao, gli uomini contro il Pakistan, se superiamo entrambi il quarto di finale, per accedere alle prime 2 posizioni ce la dovremo vedere con avversari davvero tosti: Tailandia e Iran.
In bocca al lupo India.

Tornei Nazionali Veterani

13 Novembre 2009 da Ping Pong Italia · 10 Commenti 


foto Verona
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Pingpongdragorosso

9 Novembre 2009 da Ping Pong Italia · 87 Commenti 

di Roberto Castiglioni
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Le WR di Novembre

7 Novembre 2009 da Ping Pong Italia · 1 Commento 

Da qualche giorno sono uscite le classifiche mondiali, devo dire sempre più attese da tutti i pongisti coinvolti nelle attività internazionali.
L’Italia di Lorenzo Nannoni si trova al 26º posto della graduatoria a squadre, lo stesso periodo di un anno fa era invece al 23º posto. L’Italia è virtualmente fuori dalla prima categoria (24 squadre), in realtà è dentro perché l’accesso in prima l’aveva conquistato in campo ai mondiali di Guangzhou 2008, ricordo che la classifica a squadre viene dedotta attraverso i punteggi di classifica dei migliori 3 atleti di ogni nazione, in questo momento sono Bobocica, Yang Min e Tomasi. Le donne di Batorfi si trovano in posizione 15, un anno fa erano 17, per loro nessun problema di permanenza, almeno fino adesso, le tre azzurre prese in esame sono Stefanova, Tan Monfardini e Negrisoli. Tra gli U18 i nostri boys sono al 21, un anno fa 34, le girls invece sono al 38º a novembre 2008 erano al 34º.
Dunque una fotografia dell’Italia che preoccupa (a chi non lo so), comunque esprimo il mio pensiero. Gli uomini sono in fase calante, nonostante l’incremento su base annuale, il problema è che siamo sulle spalle di 2 giocatori, uno in attività Bobocica, l’altro no, Yang Min. È pur vero che Yang Min rimarrà in classifica 2 anni con addirittura delle situazioni paradossali come questa di Novembre in cui ha migliorato di 2 posizioni passando dal 101 al 99. Gli basterebbe partecipare ad un qualunque Pro Tour e prolungarsi la classifica di 2 anni in 2 anni, fino all’infinito. Bobocica è ancora in crescita ma fino a quando? Tomasi, lentamente, sta scendendo sempre più. Le donne contano sulle solite stesse forze, Tan Monfardini non giocando è stabile, Stefanova non potrà migliorare e Negrisoli? Dipende se la fanno giocare, ma la cosa preoccupante è chi c’è dietro ossia il vuoto assoluto. Un altro dato da non sottovalutare è il numero di elementi che figurano in classifica 16 uomini e 14 donne, in questi numeri ci sono atleti che sono fuori dal giro della nazionale per diversi motivi. Il vuoto è amplificato guardando la classifica U18, la cosa è davvero disperata (ma chi interessa? Non si sa), il mio è un esercizio tecnico puramente astratto e privo di finalità.

Gli Indiani stanno progredendo, lentamente ma stanno progredendo. Tra gli uomini c’è stato un buon balzo dal 36 al 30, il nostro obiettivo è di arrivare a settembre 2010 al 24º posto, in ogni caso prima di Nigeria e Canada e dopo Singapore. Le donne sono passate da 38 a 35, non bene direi, potrebbero fare di più. Il migliore è sempre lui Sharath Kamal Achanta, anche se a stento al Pro Tour inglese, dopo aver rischiato nelle qualificazioni contro uno svedese, ha passato il primo turno battendo Crisan (32) poi ha ceduto al settimo set contro Gacina in una gara in cui ha sempre dominato. Sharath ha grandi potenzialità, tutti lo temono, è potente, ha buoni servizi, fisico eccellente, ma soffre di alti e bassi, gli manca la giusta continuità di gara. Tra gli altri indiani da notare un giovane, un altro giovane del vivaio indiano, dopo Ghosh e Sathiyan si sta affacciando Harmeet Desai, pensate a marzo 2009 era 1407 ora è 769, si sta parlando naturalmente di basse classifiche, ma la progressione che sta avendo è davvero ottima, vedremo se riuscirà ad essere costante come lo è stato finora.
Nell’U18 le cose vanno bene, i maschi sono alla 14ˆ posizione mentre le femmine alla 18ˆ.

Tra qualche giorno iniziano i Campionati Asiatici, sarà per me un’esperienza tutta nuova, ovviamente ci sarà il meglio dell’Asia, anche se siamo noi ad organizzarli, a Lucknow (UP) sarà davvero dura fare risultato, ma noi come al solito ce la metteremo tutta.

Il Pro Tour di Sheffield

31 Ottobre 2009 da Ping Pong Italia · 7 Commenti 

del Drago Rosso

Che fine hanno fatto gli azzurri all’Open di Inghilterra a Sheffield? La domanda era obbligata, visto che sul sito Fitet, almeno fino a questa mattina, si erano «interrotti» i collegamenti. Le ultime notizie riportavano i risultati di giovedì, con la qualificazione di Niagol Stoyanov nel tabellone principale. C’erano da giocare ancora le qualificazioni del doppio, giovedì sera, con Tomasi e Rech in gara. E poi, nella giornata di venerdì, i singoli con Stoyanov e Nikoleta Stefanova. Ma sul sito Fitet non c’è stata più alcuna notizia. E oggi, sabato, ecco il «miracolo» della riapparizione delle notizie sull’Open inglese, anche se resta il mistero sull’improvviso silenzio, che somiglia tanto a quello della gara internazionale giovanile in cui Bisi e Rech dovettero abbandonare, nonostante fossero andati avanti nel tabellone, fare le valigie in anticipo e tornarsene in Italia per partecipare a un torneo nazionale di scarsi rilievo e importanza rispetto all’appuntamento internazionale. Bene, sul sito Fitet, dopo gli squilli di tromba per le belle prove degli azzurri, non apparve più uno straccio di notizia per dire che c’era stato l’abbandono. E adesso, sembra ripetersi la storia. Ma cosa è successo? Eccoci qui, pronti a sopperire alla mancanza di informazione da parte della Fitet. Vi spieghiamo cosa è accaduto a Sheffield e mettiamo in evidenza anche altre cosettine interessanti. Nei prossimi giorni, poi, provvederemo a completare il quadro col resoconto di tutto il resto. Solo un’anticipazione: come al solito, con 6 cinesi in gara, ecco un tabellone «particolare», con 4 di loro nella parte alta (e uno scandaloso ottavo di finale Ma Long-Zhang Jike, davvero una vergogna), uno nel terzo quarto e il solo Chen Qi, nell’ultimo quarto, dove c’è Boll. Ma guarda un po’, Boll continua a ritrovarsi senza cinesi o quasi nel suo quarto di tabellone. Certo, è stato fatto un progresso rispetto ai tornei in cui, su 7 cinesi, 6 andavano nella parte alta, uno nel terzo quarto e Boll si ritrovava senza neanche un cinese fino alla semifinale, ma la sostanza pare essere rimasta la stessa. Comunque, andiamo a raccontare le storie speciali degli azzurri.

DOPPIO MASCHILE

Stefano Tomasi (198 del mondo) e Marco Rech Daldosso (645), superato il primo turno delle qualificazioni per l’assenza dei portoghesi Freitas e Silva, devono giocare contro un doppio di Hong Kong, composto da Leung Chuyan (72 del mondo) e il giovane Tse Ka Chun (360). Si tratta di un incontro proibitivo, anche tenuto conto della scarsa esperienza internazionale di Rech. I due azzurri, però, lottano bene e vincono il primo set (11-9). Subiscono la reazione degli avversari e perdono i successivi 2 set, ma si battono punto a punto (7-11, 13-15). Nel quarto set, con gli hongkonghesi in vantaggio, si vede che il c.t. Lorenzo Nannoni, all’improvviso, si alza e abbandona la panchina. Non è stato espulso, non è stato nemmeno richiamato dagli arbitri. Semplicemente, si alza e se ne va. Si va a sedere sulle tribune. E’ un comportamento stranissimo, che non sembra avere alcuna spiegazione. Tomasi e Rech nemmeno si accorgono che Nannoni se ne sta andando.
Lo realizzano un paio di punti dopo, quando girano la testa verso la panchina e non lo vedono più. La scena è paradossale: Tomasi e Rech devono giocare, ma ogni tanto si guardano attorno per capire dov’è finito Nannoni. Fatto sta che non si perdono d’animo e riescono a vincere il quarto set, mostrando bravura e carattere: 12-10, con scambi emozionanti. Comincia il quinto set e Nannoni è sempre seduto in tribuna. Tomasi e Rech compiono un capolavoro, vincono 11-8 contro un doppio nettamente favorito e passano al terzo turno, quello decisivo per l’ingresso nel tabellone principale.

DOV’E’ FINITO IL C.T. AZZURRO?

Tomasi e Rech devono affrontare i greci Gionis (42 del mondo) e Papageorgiu (160), un compito ancora più difficile. E devono farlo senza la necessaria serenità. Perché Nannoni è andato via e li ha abbandonati? Impossibile saperlo, si possono solo fare congetture. La realtà è che comincia la partita decisiva, contro il doppio greco, e Nannoni non è in panchina, come si può vedere dalla foto, è in tribuna a guardare da lontano la partita. Tomasi e Rech, quindi, non solo devono affrontare un impegno difficilissimo, ma devono farlo con l’ulteriore pressione psicologica dovuta al fatto che il loro c.t. li ha lasciati soli. Ma ancora una volta i due coraggiosi azzurri si comportano onorevolmente, vincono il primo set (11-5), perdono il secondo (11-6), lottano strenuamente nel terzo e cedono solo nel finale, dopo scambi bellissimi (11-9), poi si demoralizzano e non reggono più il confronto, finisce 11-5. Nannoni nemmeno li aspetta, sale sul pullman per l’albergo e va via. Tomasi e Rech prendono quello successivo.

IL MISTERO MISTERIOSO

Quello che è successo a Tomasi e Rech non può passare sotto silenzio. Nannoni è tenuto a dare spiegazioni, visto che è pagato per allenare e seguire i giocatori. Se li abbandona a se stessi nel bel mezzo di un torneo, deve spiegare perché: alla Federazione, formalmente, perché è tenuto a rispettare un contratto, con tutte le sue implicazioni; a tutti, in generale, perché riveste un ruolo pubblico e i suoi comportamenti, soprattutto sul campo di gara, assumono un rilievo e un valore che diventano un esempio importante. Abbandonare in quel modo la panchina, abbandonare i giocatori può far pensare a chissà cosa, magari a una responsabilità degli stessi giocatori. Forse si sono comportati male e lui ha deciso di andarsene? Bene, che lo dica chiaramente, anche se è difficile individuare questo «cattivo comportamento», o sarebbe meglio dir che è impossibile, perché Tomasi e Rech sono stati un modello di sportività. Forse Nannoni ha pensato che non si stessero impegnando seriamente? Difficile crederlo, visto che la partita era intensa e tirata. E comunque, alla fine Tomasi e Rech hanno vinto (senza l’allenatore in panchina), se davvero non si fossero impegnati avrebbero perso 3-0. Meritano una spiegazione perché, con l’abbandono di Nannoni, chiunque potrebbe pensare a una loro responsabilità. E questo non è giusto per due giocatori che hanno compiuto una impresa, tenuto conto delle forze in campo. Tomasi e Rech avrebbero meritato i complimenti per la loro bella vittoria, avrebbero meritato di giocarsi al meglio la chance di entrare in tabellone, e non di affrontare un forte doppio come quello greco senza il c.t. in panchina e con l’ulteriore tensione dovuta all’abbandono di Nannoni. Per quello che vale, i complimenti glieli facciamo noi: Tomasi e Rech hanno reso onore alla maglia azzurra. E, comunque, aspettiamo sempre che la Fitet dia la notizia della loro vittoria contro un doppio di Hong Kong.

STOYANOV

E, nella «frenesia» di dimenticare l’esistenza di Tomasi e Rech, il sito Fitet ha dimenticato anche di dire cosa è successo a Stoyanov, dopo il suo ingresso nel tabellone. Bene, vi diciamo noi che ha giocato contro il giapponese Jun Mizutani, n. 11 del mondo, e ha fatto un partitone. Mizutani ha vinto 4-2, ma la gara è stata un autentico spettacolo, dal punto di vista tecnico e da quello delle emozioni. Stoyanov ha accettato il confronto a viso aperto. Mizutani è uno sparapalle, beh, Stoyanov ha cominciato a tirare cannonate ancora più forti. Si è andati avanti così per quasi tutto il match, un set per uno, non sembrava davvero che fossero di fronte il n.11 e il n.343 della classifica mondiale. Stoyanov ha pagato l’inesperienza nel quinto set, perso 13-11, quando sarebbe potuto passare in vantaggio, poi ha ceduto nel sesto, ma la sua rimane una prova bellissima, che dà un’ulteriore e precisa indicazione sulle sue potenzialità. Perciò, è bene ripetere che è stato un autentico delitto sportivo averlo tenuto fuori della nazionale con la scusa del suo presunto rifiuto, perché impegnato negli studi. Ho già spiegato che Stoyanov non ha mai rifiutato la nazionale. Ma, soprattutto, ripeto la cosa più importante: rispetto a prima, niente è cambiato nella sua posizione. Stoyanov va all’università e garantisce alla nazionale, adesso, esattamente lo stesso tempo che garantiva prima, quando i responsabili tecnici della Federazione dicevano che non bastava per convocarlo. Se non bastava prima, non dovrebbe bastare nemmeno adesso. Quindi, per favore, finiamola con tutte queste falsità. Stoyanov adesso viene convocato solo perché non c’è rimasto alcun altro. E si scopre con maggiore evidenza il fallimento della politica tecnica federale dopo la cacciata di Massimo Costantini. Nel caso di Stoyanov, gli hanno fatto perdere anni di possibile esperienza internazionale. La dimostrazione è
nelle prove che lui sta dando, nei confronti sempre più alla pari con avversari che sulla carta appaiono molto più forti. Questa Fitet, con i suoi responsabili politici e tecnici, sta distruggendo tutto.

LE AZZURRE

E arriviamo alle azzurre, con altre dolentissime note. Qui, ormai, siamo al ridicolo. A Sheffield c’erano solo due azzurre iscritte: Nikoleta Stefanova e Wang Yu. Alla fine, è rimasta solo Niko perché pare che per Wang Yu ci siano stati problemi di visto per l’Inghilterra. E questo già fa capire lo sfacelo di una squadra nazionale che ha praticamente solo naturalizzate. Ricordo ancora una volta che le prime italiane nate in Italia della classifica nazionale sono Negrisoli, Arisi e Semenza, vale a dire le stesse di 15 anni fa, forse anche di 20 anni fa. Fra l’altro, come sale sulle ferite, ecco il bell’opuscolo di questo Open inglese in cui si ricorda l’ultima edizione, quella del 2001, e vengono pubblicati i risultati. Si scopre che nel singolo femminile, nei quarti di finale, c’era Alessia Arisi, che perse con la nordcoreana Kim Hyon Hui, poi arrivata in finale. Otto anni fa, avevamo un’italiana nei quarti di finale di un Open. Adesso, è grasso che cola se Stefanova arriva al secondo turno del tabellone, come ha fatto a Sheffield, dove ha rischiato l’eliminazione dalla tedesca Silbereisen (80 del mondo) per poi venire asfaltata da Jiang Huajun (n.9 del mondo, di Hong Kong, che gioca nella Sandonatese). E il bello è che, sulla rivista federale viene spacciato per «miglioramento» il suo comportamento agli Europei della vergogna (nazionale femminile retrocessa in Seconda categoria) perché, udite udite, ha battuto una giocatrice con cui aveva sempre perso. E chi è questo fenomeno? Aprite le orecchie: la greca Ntoulaki, n.141 del mondo. Scusate tanto, Niko perde sempre con la 141 del mondo e, quando finalmente la batte, si dice che ha fatto progressi? Ma siamo davvero alla farsa, senza più alcuna vergogna.
Comunque, il punto è un altro: perché solo Stefanova e Wang Yu (poi cancellata) iscritte a Sheffield? Che fine hanno fatto Laura Negrisoli e Tan Wenling? Per quanto è dato sapere, la decisione non è stata presa dalla c.t. azzurra Csilla Batorfi, ma è stata una decisione «federale». E allora, la Fitet può spiegare perché Negrisoli e Tan Wenling non sono state convocate? Già, perché ci sono strane coincidenze che destano sospetti. Sulla rivista federale e sul sito internet, dopo gli Europei della vergogna, è stato scritto, senza mezzi termini, che il momento decisivo per la retrocessione in Seconda categoria è stata la mancata vittoria di Negrisoli contro la Gaponova nell’incontro con l’Ucraina. Sarebbe stato il 3-0 per l’Italia, si è fatto notare, ma i matchball non sfruttati da Laura «hanno fatto demoralizzare» Stefanova e Tan Wenling, che, poverine, non si sono riprese dallo shock e hanno perso le successive partite con
Sorochinskaya e Pesotska. Ma guarda un po’, allora la colpa è stata di Negrisoli, scritto chiaro e tondo. Che curiosa coincidenza, proprio la giocatrice che, con la Sandonatese, ha strappato lo scudetto al Castel Goffredo viene indicata come la responsabile della retrocessione dell’Italia, mentre le altre due azzurre che, ulteriore combinazione, giocano proprio nel Castel Goffredo, sono solo le «incolpevoli vittime» dei matchball mancati da Negrisoli. Risultato: Negrisoli non è convocata per gli Open d’Inghilterra. Direte voi: ma nemmeno Tan Wenling, che pure è del Castel Goffredo. Certo, ma è stata proprio lei a dire che la sua attività, d’ora in poi, sarà ridotta (fra interviste e correzioni sul sito, uno spasso), quindi può essere normale che non vada a qualche Open. Ma Negrisoli è lì, pronta a giocare. E non viene convocata in nazionale. Smettiamola di prenderci in giro, questa è un’altra vergogna che va ad aggiungersi alle
innumerevoli di una gestione federale che ha distrutto la nazionale campione d’Europa 6 anni fa e che adesso non è nemmeno fra le prime 16 squadre, della stessa Europa!
Ancora una volta, complimenti alla Fitet, che ha cacciato Massimo Costantini e Maurizio Errigo, e complimenti alle pecore del tennistavolo italiano che, con i loro potenti belati, permettono tutto ciò.

L’imbattibile Walzer

30 Ottobre 2009 da Ping Pong Italia · 3 Commenti 

Esce oggi in tutte le librerie italiane “L’Imbattibile Walzer” Edizioni Cargo pag. 448 € 19.50 un romanzo di Howard Jacobson del 1999, titolo originale “The Mighty Walzer”.

Sono particolarmente onorato dell’uscita di questo libro perché mi sono trovato, con grande piacere, coinvolto nella creazione dell’edizione italiana, ossia la traduzione. Perché?
Il romanzo è pieno zeppo di riferimenti pongistici.
In collaborazione con la straordinaria traduttrice Milena Zemira Ciccimarra ho avuto modo, per così dire, di fare il consulente. Ne è venuta fuori un’esperienza davvero particolare, prima di tutto perché mi ha fatto conoscere un grande scrittore come l’inglese Howard jacobson, classe 1942, davvero geniale e raffinato, poi perché il bellissimo e continuo rapporto epistolare con Milena, che non finirò mai di ringraziare per l’opportunità che mi ha riservato, ha dato modo di esercitarmi in un settore per me del tutto nuovo.
Ho letto naturalmente tutto ciò che riguarda la parte pongistica, fatta di racconti di gare, situazioni di gioco, aneddoti, descrizioni particolareggiate dei colpi, delle rotazioni, dei materiali, figure mitiche come Finger Spinner, e miti veri e propri come Ogimura o Bergman. L’azione si svolge in una Manchester degli anni ‘50 e racconta la storia Oliver Walzer, un giovane pongista diventato campione. Il romanzo ha ottenuto il il premio Wodehouse Prize per la scrittura comica.

Spero che i pongisti nostrani, a cui mi rivolgo, potranno trovare il libro interessante e bello come l’ho trovato io e sarà per loro un’esperienza affascinante di lettura che farà apprezzare ancora di più il genio ed il talento di Howard Jacobson.

Allenamenti e altro

21 Ottobre 2009 da Ping Pong Italia · 5 Commenti 

Eccomi di nuovo fra voi, ci sono stati un po’ di problemi di comunicazione ma il tutto ora è superato.

Mi trovo in Cina, manco a dirlo, a Zhengding, ormai è diventato il nostro centro di allenamento estero, d’altra parte il rapporto qualità prezzo è talmente buono che non c’è nessuna altra zona del mondo che possa offrire lo stesso trattamento, la globalizzazione o la legge della concorrenza detta le sue leggi. Purtroppo la nostra delegazione è ristretta, avremmo dovuto essere 24 atleti, 3 tecnici, 1 fisioterapista e 1 video analista, invece siamo solamente 12 atleti e 2 tecnici, il motivo della defezione sono le lungaggini burocratiche per ottenere il visto inglese. Infatti dopo questo breve allenamento il gruppo che è in Cina andrà direttamente in Inghilterra, a Sheffield per il Pro Tour che si prospetta ricco di partecipazioni, mentre gli altri verranno da Delhi. Comunque pazienza, in ogni caso ci stiamo allenando bene, come al solito, e siamo fortunati che l’intenso traffico estivo è terminato, infatti, in questo momento, ci siamo solo noi e godiamo quindi di piena assistenza tecnica.

La novità che forse avete colto nell’elencare la delegazione è rappresentata dall’analista video. È un giocatore, bravo peraltro ma che ha dovuto lasciare a causa di un infortunio alla spalla. È il fratello di Sharath Kamal Achanta, è specializzato in elaborazioni video e ha una conoscenza applicata notevole. Sarà un punto di forza indispensabile per la squadra indiana, potete immaginare come sia importante il lavoro di analisi-video sia in fase di preparazione sia in fase di correzioni tecniche e tattiche. Quindi mi e ci aspettiamo molto da questo apporto aggiuntivo che ci seguirà ovunque andiamo.

Tornando invece al pingpong giocato, quello al tavolo devo riconoscere che è passato parecchio tempo da quando ho pubblicato un post sul pingpong allenato, pertanto, dato il ritardo, non ho scusanti e vedrò di farmi perdonare.

È vero si parla troppo a vuoto, faccio autocritica, quindi eccomi qua a portarvi qualche consiglio su come condurre un allenamento. Il post è ovviamente rivolto agli autodidatti, ma anche gli allenatori potranno ricavare qualche spunto per arricchire la propria esperienza.

Inizio proprio da questo concetto con un piccolo consiglio, per me fondamentale, rivolto agli allenatori: siate disponibili ad accogliere nuove idee, nuove proposte, non ritenetevi mai arrivati e non chiudetevi pensando che la vostra competenza e conoscenza tecnica sia la migliore di tutti. Non dimenticate, tra le infinite pieghe dei comportamenti tecnici degli atleti c’è sempre spazio e modo per costruire un gioco sempre migliorabile. Rimane bene inteso che la disponibilità ad accogliere nuovi suggerimenti deve esserci anche da parte dell’atleta, lo scambio deve essere continuo, costantemente dinamico, sempre desideroso che la propria tecnica potrà essere sempre migliorabile.

Per capire completamente il valore del lavoro quotidiano è importante distinguere tra: migliorare la tecnica e giocare meglio. Sembrerebbero due aspetti contigui o complementari ma secondo me non è così, a mio modo di vedere ci sono profondissime differenze. Prima fra tutte, il tempo cui dedicate a questi due obiettivi primari. Migliorare il gioco o la tecnica di gioco, richiede una pianificazione a lungo termine, disponibilità a modificarsi anche in modo sostanziale, tener conto di saper e poter rinunciare qualcosa per lasciare spazio a qualcos’altro, curare un modo scientifico anche i più banali aspetti della conduzione della gara, non avere l’ossessione della gara stessa. Giocare meglio non richiede per così dire “interventi invasivi” ci si può limitare al proprio livello e tentare di specializzarsi avendo un unico obiettivo, commettere meno errori del solito.

Dopo queste brevi premesse iniziamo ad affrontare l’allenamento.
La prima cosa da fare è pianificare il lavoro cercando di porsi degli obiettivi di lavoro. Supponiamo che l’obiettivo sia di migliorare il controllo al tavolo (personalmente è il più importante degli obiettivi). Naturalmente non dobbiamo trascurare un minimo lavoro di gambe e nemmeno la potenza dei nostri topspin. Ecco di seguito una serie di schemi al tavolo che vi aiuteranno a svolgere il lavoro in modo ordinato e corretto.

Per praticità ho omesso le parti generali, ossia il riscaldamento iniziale, l’eventuale partitella finale o particolari sequenze che riguardano il singolo giocatore come il lavoro di gambe e l’allenamento di un dato colpo.

Di seguito vedete i primi 3 schemi (successivamente ne arriveranno altri, non sono complicati. Tengono conto della combinazione rovescio-diritto e diritto-rovescio. Lo schema va giocato cercando di tenere la palla in gioco senza cambio di potenza né di spin, come dicevo attraverso questi schemi che, intendiamoci, non sono gli unici, si potrà avere un apprezzabile riscontro in termini di controllo generale e piazzamento della palla.

Come vedete per ogni riquadro viene indicato uno scambio ossia una palla giocata ciascuno, il verde lavora il rosso fa lo sparring, ho cercato di semplificare e di rendere il tutto molto immediato, se ritenete però che ci sia qualcosa da migliorare non esitate a scrivermi.

R= Rovescio

D= Diritto

Verde esegue il lavoro

Rosso gioca da sparring

Schema n.1 supponendo che i giocatori siano due destri:

  • scambio di rovescio incrociato / scambio di rovescio lungolinea
  • top di diritto incrociato / block di diritto incrociato
  • top di diritto lungolinea / block di rovescio al centro
  • top di diritto sul rovescio / block di rovescio incrociato
  • scambio di rovescio incrociato / scambio di rovescio al centro
  • top di diritto sul rovescio / block di rovescio lungolinea
  • top di diritto incrociato / block di diritto incrociato
  • top di diritto lungolinea / block di rovescio al centro
  • top di diritto sul rovescio / block di rovescio incrociato
  • si riprende dall’inizio

Schema n.2:

  • scambio di rovescio incrociato / scambio di rovescio al centro
  • top di diritto al centro / block di diritto sul rovescio
  • scambio di rovescio al centro / scambio di diritto sul diritto
  • top di diritto lungolinea / block di rovescio incrociato
  • scambio di rovescio incorciato / scambio di rovescio al centro
  • top di diritto sul rovescio / block di rovescio incorciato
  • scambio di rovescio incrociato / scambio di rovescio lungolinea
  • top di diritto lungolinea / block di rovescio incrociato
  • si riprende dall’inizio

Schema n.3:

  • scambio di rovescio incrociato / scambio di rovescio lungolinea
  • top di diritto incorciato / block di diritto al centro
  • top di diritto sul rovescio / block di rovescio lungolinea
  • top di diritto lungolinea / block di rovescio incrociato
  • scambio di rovescio lungolinea / scambio di diritto incrociato
  • top di diritto incrociato / block di diritto al centro
  • top di diritto sul rovescio / block di rovescio lungolinea
  • top di diritto lungolinea / block di rovescio incrociato
  • si riprende dall’inizio

Antoniana Pescara

9 Ottobre 2009 da Ping Pong Italia · Lascia un commento 

La società Antoniana Pescara, sta cercando un giocatore per la sua C1 gir.H, chiunque fosse interessato potrà rivolgersi al responsabile del club il sig. Quintildo Petricola al cell. 335319934 oppure all’email q.petricola@alice.it

Questo è il girone H

Attività indiana

7 Ottobre 2009 da Ping Pong Italia · Lascia un commento 

Sono tornato a Patiala dopo un lungo perioro trascorso prima a Pune nello stato del Maharastra e poi a Gandhidham in quello del Gujarat.
Prima di inzizare lo stage a Pune ci sono state molte incertezze a causa dell’alta concentrazione di casi di H1N1, swine flu, che fino adesso ha fatto salire i decessi a 57, poi il Governo del Maharastra ha dato il via libera riaprendo gli impianti sportivi, le scuole, i centro commerciali, i cinema etc. Il pingpong è stato il primo sport a sfidare la minaccia del suino tanto da suscitare l’interesse dei giornali, ecco un link del Times of India dove potete trovare le notizie a proposito.

Gli allenamenti sono trascorsi senza particolari intoppi, a parte la notizia del decesso di Mr. M.C. Chowhan che ha sconvolto tutto il tennistavolo indiano. Per 40 anni il segretario generale ha gestito la federazione indiana portando il pingpong ad essere uno dei maggiori sport indiani. In India il Segretario Generale è il capo dell’esecutivo, il Presidente è un MP ossia membro del parlamento ed a lui sono affidati ruoli rappresentativi.
Dicevo che il camp è andato piuttosto bene, sto ancora lavorando con l’intero gruppo di probabili (40) e solo all’inizio di gennaio ci sarà una prima scrematura riducendolo a 24 tra maschi e femmine.
Mi sono concentrato su due aspetti importanti del gioco, la potenza per gli uomini e la regolarità per le donne. Naturalmente anche in altri stages si sono poste particolari attenzioni a queste due caratteristiche, ma avere un mese di tempo e non essere ossessionato da gare imminenti, mi ha permesso di lavorare con tutta calma, concentrato, senza distrazioni.
Come al solito il profitto degli atleti è stato alterno, c’è chi è riuscito ad assimilare facilmente e rapidamente, c’è invece chi continua a tentennare. Insisto nel dire che l’atleta deve avere senso di disponibilità nei confronti del proprio allenatore. A volte il problema più grande è proprio questo, una resistenza interiore che non permette loro di verificare la bontà del lavoro oppure i limiti del lavoro stesso. Purtroppo nella mia carriera ho visto troppi giocatori essere resistenti alle proposte tecniche del tecnico, questo è un grosso limite per un lavoro di crescita tecnica a complemento del gioco dell’atleta.
Tra qualche giorno andremo ancora in Cina, a Zhengding, forse per soli 15 giorni poi, se tutto va bene, governo permettendo, parteciperemo al pro tour inglese di Sheffield che sarà alla fine del mese.

All’inizio ho parlato di Gandhidham, il più importante porto marittimo dell’India,  fondata nel 1950 si affaccia nel Mar Arabico. La prima pietra venne posata dal Mahatama Gandhi, da lì il nome della città.
Ho seguito il primo vero torneo nazionale, quello della zona centrale. In India ci sono praticamente 5 categorie: Men, Youth, Junior, Sub Junior e Veterans in buona sostanza l’assoluto, l’under 20, juniores fino a 17 e allievi fino a 14 e i veterani. In genere i Veterani hanno una propria attività e non vengono confusi con questi che loro chiamano Zonal Ranking Tournament.
Tutti i tornei sono giocati in 5 giorni, ci sono premi in denaro per tutte le categorie, tanto per darvi un’idea il primo nell’assoluto ha vinto mille dollari che in India è una gran bella cifra. I primi dieci della classifica assoluta hanno diritto gratuitamente a vitto e alloggio più un piccolo contributo per le spese di viaggio.
Non ho mai visto tanta correttezza in campo, a partire dai tecnici che siedono in panchina agli atleti, partite giocate all’insegna del bel gioco e ripeto, un fairplay in campo davvero notevole. Infine, ottima la qualità degli arbitraggi.
Il maschile lo ha vinto Soumyadeep Roy, il femminile Shamini Kumaresan che vedete nella foto di copertina.
Ottima impressione l’ha destata Gnagasekaran Sathiyan 16 anni (nella foto), un bloccatore estremo, fortissimo, veloce, controllo senza pari, in un questionario che ho dato ai probabili Sathiyan si è dato un bel 10 al suo rovescio, è alto 1 e 65 e pesa 44 kg, una piuma; ha vinto gli Junior, gli youth ed è ha perso in semifinale dell’assoluto dal vincitore del torneo.
A margine del torneo ho partecipato al Selection Committee, il comitato si è riunito per convocare i probabili per i prossimi campionati asiatici che si terranno qui in India a Lucknow dal 16 al 22 novembre prossimi.
Il comitato è così composto: Segretario Generale,  Segretario Generale Onorario, chief coach, 2 ex atleti campioni Indiani, in questo caso si trattava di due mie vecchie conoscenze (Khamlesh Metha e Manjeet Dua) poi un membro del governo, anche in questo caso un ex giocatrice già campionessa di India e l’invitato speciale cioè io.
Vi riporto rapidamente come sono andate le cose, magari potrebbe essere istruttivo per la nostra federazione.
Innanzitutto ogni membro ha ricevuto il giorno prima tutte le statistiche relative ai rendimenti degli ultimi tornei dei primi 40 giocatori. Dovete sapere che per la scelta degli atleti si conside la classifica a punteggio gli ultimi due tornei. L’idea è intelligente perché per essere selezionati occorre sempre essere in cima alla lista e non partecipare, di fatto significa stare fuori dalla nazionale.
Prima di affrontare l’argomento probabili si è deciso sul numero, essendo organizzatori dell’evento avremo uno o due posti in più pertanto oltre ai 5 della squadra si è optato per un numero complessivo di 10. Quindi tutti pronti con carta e penna, gli intervenuti hanno ascoltato la mia relazione riguardante l’attività e il rendimento delle nazionali in questi 7 mesi indiani. Ho proposto un criterio misto: l’esperienza degli atleti unita ai loro risultati internazionali, il merito derivante dai tornei nazionali (di cui dicevo poco sopra) e un attenzione ai giovani, quindi ho dato le mie percentuali 30-50-20. Dopo questa premessa si è passati a discutere nome per nome i probabili e alla fine è andato tutto liscio, come si suol dire. Durante il Selection Day ho anche proposto che i 5+1 o 2 saranno resi noti un giorno prima dell’inizio delle gare.
Mi è sembrato un modo davvero valido di decidere i convocati, un comitato serio, competente, discutere nome per nome in modo aperto, senza sotterfugi né tanto meno pressioni dall’alto. In alcuni casi, senza tanti complimenti tanto è vero che il comitato ha deciso di lasciare fuori un atleta molto quotato per motivi di rendimento degli ultimi 9 mesi, suscitando l’interesse dei giornali.
Al termine ho dovuto sostenere la conferenza stampa di fronte ad una dozzina di giornalisti.

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